Perché una riserva strategica di Bitcoin potrebbe destabilizzare il dollaro e l’economia

Le proposte per una riserva strategica di Bitcoin negli Stati Uniti, compreso il piano del senatore Lummis di acquisire 1 milione di BTC, rischiano di minare la stabilità del dollaro, di alienare il pubblico e di scatenare il caos finanziario, sostiene Nic Carter.

L’idea di una riserva strategica di Bitcoin (SBR) negli Stati Uniti ha guadagnato terreno tra i sostenitori del Bitcoin, con proposte come la legge sul BITCOIN del senatore Lummis che suggerisce al governo di acquisire 1 milione di BTC in cinque anni. I sostenitori sostengono che ciò rafforzerebbe la stabilità finanziaria degli Stati Uniti e garantirebbe una copertura contro l’incertezza economica.

Tuttavia, Nic Carter, una voce di spicco della comunità delle criptovalute, ha espresso una forte opposizione all’idea. Egli sostiene che una SBR non rafforzerebbe il dollaro, ma piuttosto segnalerebbe una mancanza di fiducia nell’attuale sistema monetario, portando al caos nei mercati finanziari. A differenza di Paesi come la Russia o l’Iran, che potrebbero trarre vantaggio dalla detenzione di Bitcoin per evitare sequestri di beni, gli Stati Uniti emettono la valuta di riserva globale e non hanno alcuna necessità strategica di una tale copertura.

Carter avverte che l’acquisto di grandi quantità di Bitcoin sarebbe proibitivo, con un costo potenziale per il governo americano di 1.000 miliardi di dollari, e potrebbe causare turbolenze sul mercato obbligazionario e tassi di interesse alle stelle. Inoltre, si nota l’improbabilità politica che una simile riserva ottenga un sostegno bipartisan al Congresso. Inoltre, un ordine esecutivo unilaterale per l’implementazione di una SBR potrebbe provocare reazioni da parte dell’opinione pubblica, in quanto verrebbe visto come un trasferimento di ricchezza ai possessori di Bitcoin, un gruppo ristretto e già benestante.

Carter sottolinea che il dominio del dollaro statunitense è sostenuto dalla forza della sua economia, dai mercati dei capitali e dalla leadership commerciale globale, non dalle riserve di materie prime come il Bitcoin. Egli afferma che l’introduzione del Bitcoin nel sistema monetario accelererebbe la de-dollarizzazione, destabilizzerebbe l’economia e allontanerebbe il pubblico in generale.

Carter suggerisce invece di avere pazienza, mentre il Bitcoin continua a crescere come asset class. Con il tempo, la sua stabilità e le dimensioni del mercato potrebbero renderlo un’attività di riserva più valida, ma l’attuale sistema monetario non è in crisi e non c’è alcuna urgenza di agire.

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